Spigolatura n.2/2016 – APERTURA della PORTA SANTA a MULIQUELA

Spigolatura n.2/2016 – APERTURA della PORTA SANTA a MULIQUELA

APERTURA PORTA SANTA A MULIQUELA

Quando, alla fine di gennaio ci venne comunicato che il 21 febbraio il vescovo, mons. Francisco Lerma, sarebbe venuto alla nostra parrocchia- santuario della Madonna di Fatima di Muliquela, abbiamo sentito in cuore gioia e sgomento: gioia per l’onore e la grazia di avere la Porta Santa della Misericordia, in questa missione dove ci troviamo da poco, e sgomento perché il santuario, splendido nella sua struttura, porta i segni di quarant’anni di “vandalizzazione” dovuti alla persecuzione religiosa, guerra e infine, abbandono. Mons. Lerma, missionario della Consolata, ci disse che nel 2010, quando divenne il pastore della diocesi, Muliquela era stata cancellata dall’elenco delle parrocchie!!!

 

           

Facciata del Santuario Madonna di Fatima di Muliquela e la sua maestosa struttura

 

La stessa chiesa, pur essendo maestosa, era inaccessibile, sommersa dalle erbacce, circondata da costruzioni in rovina. Solo la sua passione missionaria e la collaborazione dei cristiani e di altre persone coraggiose riuscirono a liberare il terreno, restaurare qualche caseggiato, ridare insomma vita e speranza alla parrocchia santuario realizzando nel 2012 un grande pellegrinaggio diocesano.

Le Missionarie della Consolata, nel 2014, accolsero la sfida di far rinascere la “Bella Signora di Fatima”, superando non poche difficoltà, compreso l’alluvione del gennaio 2015 che le isolò dal “mondo” per la caduta dei ponti sui fiumi dell’unica arteria stradale di cui dispongono.

La comunitá di MULIQUELA
Quattro missionarie, quattro nazionalità: da sinistra:    Suor Aura – colombiana;  suor Dalmazia – italiana; suor Julia – keniota; suor Janette – brasiliana

Senza perdersi d’animo, con coraggio fecero che la vita riprendesse riattivando la Pastorale missionaria: visita alle famiglie e alle comunità di villaggio, animazione e formazione dei leader di Comunità e catechisti, sostegno ai movimenti ecclesiali, promozione della donna, doposcuola, animazione ragazzi e giovani, sostegno ai mal nutriti… La comunità cristiana corrisponde bene alle iniziative collaborando anche nella gestione del territorio di missione liberandolo dalle erbacce, tassandosi per rifare i banchi della chiesa, sostenere le spese ordinarie del culto, sperando di arrivare piano piano a restaurare porte e finestre – tante – e chissà tinteggiare la grande chiesa, che non è una cattedrale nel deserto, ma una chiesa viva. Un sogno! Per questo la notizia della “Porta Santa della Misericordia, ci ha fatto esultare e impensierire. Neppure avendo disponibilità finanziarie sarebbe stato possibile restaurare in tempo una delle grandi porte della facciata principale tanto sono malridotte.

 Porta Santa

Ci volle il genio di suor Janete per scoprire che le misure delle porte della sacristia erano uguali, e una di queste era “restaurabile.

Fu la salvezza. Senza frapporre indugio, si scardinò quella che ebbe l’onore, grazie al lavoro professionale del signor João, il falegname del villaggio, di aprirsi ad accogliere i fedeli desiderosi di Misericordia.

Non fu facile fare una sola porta di due e rendere presentabili le altre della facciata. Ci fu un gran correre per andare al mercato di Ile (12 km) a comperare chiodi, colla, stucco, vernice… mancava sempre qualcosa e il tempo sempre a stringere.

Ad un artista di Gurue fu commissionata la pittura su parete del logo, e con della calce si pensò di imbiancare l’angolo della PORTA SANTA coprendo le spese con il contributo straordinario delle comunità che arrivava a singhiozzo.

 

il parroco che da venerdì ha confessato ore ed ore…

 

Mentre gli operai lavoravano, si mise in moto la “macchina” dei cantori, accoliti, danzatrici, incaricati dell’altare, della pulizia… perché la Misericordia del Padre potesse diffondersi in coloro che l’avrebbero desiderata.

 i suonatori a percussione

L’annuncio della apertura della Porta Santa fu dato con il “ passa parola” dai catechisti di zona per raggiungere le sessanta comunità cristiane, alcune delle quali inaccessibili con mezzi motorizzati, ed anche con il cellulare.

E venne il giorno 21 febbraio. L’arrivo del vescovo era previsto per le 08. Di buon mattino mi avviai verso il santuario per poter fotografare la Porta Santa, prima che fosse aperta. Mentre mi avvicino, per un istinto che mi viene dall’essere molto miope, guardai in terra per mettere il piede al posto giusto, quando vedo una “colonna” di formiche carnivore, entrare e uscire da sotto la Porta Santa.

Incredula lancio l’allarme. Arrivano alcuni fedeli. Da esperti scoprono che le “operaie” stanno facendo la spola fra due termitai: uno ai piedi della scalinata e l’altro inserito nella parete della chiesa. Per liberare il passaggio si dovette ricorrere alla fumigazione con due fasci d’erba secca, e per sicurezza, tamponare le “porte “ delle indesiderate “pellegrine”.

Posando in attesa dell’arrivo del Vescovo

 

Mentre scattavo qualche foto, si sente in lontananza l’arrivo della macchina del vescovo e di fretta gli si va incontro.

E arrivato il Vescovo, la gente gli corre incontro e a tutti la mano

 

 

Protetto da un ombrello parla con il sacerdote

  Come descrivere a parole quanto accadde da questo momento? Difficile, inaspettato. Per questo mi affido a un foto racconto che, per immagini descrive quanto bisogno di Misericordia c’è nel cuore degli uomini. Come si spiega altrimenti, quanto accadde? Ossia l’afflusso di migliaia di persone arrivate – alcune il giorni prima dormendo all’addiaccio – a piedi in bicicletta ed anche in moto.

i pellegrini sono arrivati a piedi, in bicicletta ed anche in moto…

A gruppetti aspettano l’ora. Queste donne passarono la notte all’addiaccio

E cosa dire nel vedere la folla passare ordinata, devota per la Porta santa e, ordinatamente, inginocchiarsi sul pavimento liberato dai banchi e mantenersi quasi sempre così durante la celebrazione durata almeno due ore?

I fedeli si avviano verso la Porta Santa

Inizio della Celebrazione per l’Apertura della Porta Santa

 L’accoglienza della benedizione del Vescovo che asperse tutti i fedeli inginocchiati passando lentamente attraverso il “tappeto umano” dei fedeli?

 

Mons. Lerma asperge i fedeli

Commovente il momento in cui il Vescovo, parlando nell’omelia che, alla Misericordia di Dio, dovevamo rispondere con le Quattordici Opere di Misericordia chiese all’assemblea se le conoscesse. Immediatamente, dalla navata a destra, femminile, partì il coro “Dar da mangiare agli affamati…”. Sorpreso, ma continuando nella provocazione, mons. Lerma si rivolse agli uomini della navata sinistra perché proclamassero quelle spirituali. Ed ecco un coro possente declamare: “ Consigliare i dubbiosi, insegnare…”.

 

La chiesa assiepata sembra un tappeto umano

 

All’uscita, non ci fu il tradizionale vociare o peggio schiamazzo di quando si scioglie una assemblea. Sembrava che ognuno volesse continuare a vivere l’abbraccio del Padre Misericordioso.

Muluku Okhala”, Dio esiste, mormorò una signora. Si, Dio esiste, Cristo è vivo, e ancora una volta lo abbiamo sperimentato!

 

Donne inginocchiate

 

 

Con la gioia nel cuore, auguro a tutti voi Buona Pasqua in Cristo Risorto.

Suor Dalmazia mc

 

Muliquela, 2 marzo 2016